Progetto Nord Kivu - Co-finanziato dalla CEI Conferenza Episcopale Italiana
Nel 1984, i padri Caracciolini aprirono una missione nel villaggio di Nyamilima, diocesi di Goma. Fin dagli inizi, Avaz, attraverso l'opera dei propri volontari, affiancò i padri Missionari per la realizzazione di progetti di svluppo (acquedotti per l'acqua potabile con rete di distribuzione nel 70% dei villaggi, scuole, centri sanitari, ospedale, centro nutrizionale, laboratori per l'avviamento al lavoro, progetti agricoli, etc.).
Dal 1994 sino a tempi molto recenti, la zona fu caratterizzata da un periodo di instabilità dovuto al protrarsi di una sanguinosa guerra. Gli effetti sulla popolazione, che allora raggiungeva circa centoventimila persone, furono devastanti perché, oltre a causare degrado e morte, la guerra contribuì a cancellare anche la flebile speranza, specialmente nei giovani, di poter vedere realizzato un futuro più equo e dignitoso.
I continui attacchi dei vari gruppi armati portarono alla fuga di decine di migliaia di persone che, per sfuggire alle violenze della guerra e ai massacri, si riversarono nella zona di Nyamilima, in prossimità della frontiera con l'Uganda.
Tutte le strutture presenti nella Missione e gestite dai padri Caracciolini furono messe a disposizione dei profughi, sensibilmente provati dalla stanchezza, dalla paura e dal dolore.
Lasciando improvvisamente i propri villaggi, la popolazione non ebbe il tempo di prendere nulla con sé e per questo la Missione rappresentò l'unico punto di riferimento dove trovare un riparo, un po' di cibo e cure mediche, resesi necessarie per il propagarsi dell'epidemia di colera, gastroenterite e malaria. I padri Missionari aiutarono questa povera gente, esaurendo in pochissimo tempo le scorte di cibo, coperte, vestiti e medicinali.
Con il positivo evolversi della situazione, i missionari cominciarono un'opera di convincimento nei confronti dei rifugiati per aiutarli a superare la paura delle violenze subite, incoraggiandoli a ritornare nei villaggi di appartenenza, pur consapevoli delle difficolà che avrebbero trovato al loro rientro.
Per dare un segnale di solidarietà e di speranza, nel 2008 Avaz chiese e ottenne un finanziamento dalla CEI Conferenza Episcopale Italiana per l'emergenza umanitaria nel Nod Kivu in Congo; in particolare, Avaz volle offrire un aiuto concreto fornendo alla Missione del VIllaggio di Nyamilima zappe, semenze, latte per bambini, materiale scolastico, medicine.. Insomma, tutto il materiale che potesse aiutare gli sfollati a tornare nei propri villaggi - distrutti dalla violenza della guerra - e riprendere così in mano la propria vita.